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CAPIRE I CINESI: PERCHÉ NOI GIOCHIAMO A SCACCHI E LORO A GO

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Osservando il momento attuale è palese come la Cina stia vincendo e l’Occidente stia perdendo.
La partita non è finita, ma per ora stiamo cedendo terreno a una velocità sempre maggiore.

Osserviamo lo scenario dall’ottica della singola azienda, la quale si chiede, ovviamente, cosa fare davanti alla montante concorrenza cinese.

Sicuramente è chiaro quello che non bisogna fare: rifugiarsi nel nostro inconscio senso di superiorità, con i soliti luoghi comuni stile “loro non hanno la nostra storia” o “sanno solo copiare”.
Capire invece perché il concorrente è più bravo, visto che sta vincendo.

La prima cosa è studiare e capire la Cina. Se vogliamo vincere l’avversario, e noi lo vogliamo vincere, dobbiamo conoscerlo, entrare nella sua mente, capire il suo ragionamento che in questo momento è vincente.

Non si batte la concorrenza cinese se non si capisce l’influenza sula Cina del pensiero di Confucio o quanto pesino ancora i traumi della Guerra dell’Oppio e della Rivoluzione Culturale.  Capire la concorrenza cinese significa imparare a combatterla. “Evita la forza del nemico e colpisci la sua debolezza” diceva il generale cinese Sun Tzu (VI Sec a.c.) nell’ ”Arte della Guerra”: un libro che da Ho Chi Minh a Xi Jinping hanno studiato e applicato alla perfezione.
Insomma si tratta sempre di applicare la vecchia massima: “non invidiate, ma applaudite e poi fate di meglio”.

E questo è il punto del problema. Cosa fanno di meglio loro?
In questo momento la loro superiorità si ritrova in un processo fatto di tre passaggi.

1) Calma e riflessione. Questo aspetto appartiene a tutto il mondo dell’Oriente in cui la mentalità cinese è pienamente inserita. “Con ordine affronta il disordine” raccomandava Sun Tzu. Fermarsi a riflettere, comprendere un problema fino in fondo e non solo per slogan superficiali. Pensiamo a quanta fatica si fa nelle aziende a fermarsi a riflettere, tra cellulari che squillano, persone super impegnate e affermazioni sbrigative stile “a questo problema non c’è soluzione”.

2) Pensare a lungo termine. “Il momento migliore per piantare un albero era vent’anni fa, il secondo momento migliore è adesso” diceva Confucio. Abbiamo sicuramente perso l’idea di pianificare a lungo termine e questo anche a causa del punto precedente. Tutto è di fretta, ogni cosa si deve avere ora, siamo ossessionati dai budget e dai risultati a breve. “Prima vinci e poi guadagna” per molti manager è un concetto inutile, salvo poi non guadagnare e trovare mille scuse.

3) Vincere facile. “La miglior battaglia è quella che vinciamo senza combattere” diceva sempre Sunt Tzu. Dopo aver riflettuto e pianificato a lungo termine, si creano le condizioni per ottenere una vittoria che si avvera da sola. Ho Chi Minh in Vietnam non vinse gli americani, non ne aveva la forza: aspettò solo che perdessero da soli. Nelle grandi crisi la Cina parla poco, aspetta che l’Occidente si faccia male da solo.

Ecco cosa le nostre aziende devono imparare dal concorrente cinese: riflettere lucidamente, pianificare a lungo termine e creare con tenacia le condizioni per vincere facile, ma solo alla fine.

Guardiamo i due giochi che hanno permeato le nostre civiltà.

L’Occidente è cresciuto con il bellissimo gioco degli Scacchi: il campo dell’onore, classico medievale e romantico. I due eserciti contrapposti, l’uno davanti all’altro. Uguali, sono pronti allo scontro di attrito, sul campo dell’onore.

Dall’altra parte, in Oriente, si cresce con l’antichissimo gioco del Go. Il fine del gioco non è l’annientamento dell’avversario (la cattura del Re) come negli Scacchi. Si punta ad avvolgere l’avversario con il controllo di una zona più grande possibile del goban, il campo da gioco.

In Occidente i Romani disprezzavano Annibale perché con le sue tattiche avvolgenti combatteva fuori dagli schemi richiesti ad un vero soldato: contemporaneamente nasceva in Cina il gioco del Go che, della dissimulazione e l’avvolgimento faceva la base della strategia.
Già nell’Alto Medio Evo, Carlo Magno era un accanito giocatore di Scacchi, mentre la millenaria civiltà cinese si permeava con la mentalità del Go.

Anche il gioco degli Scacchi richiede riflessione, pianificazione e creazione delle condizioni per la vittoria. Ma è comunque basato sull’attrito, lo scontro, mentre la dissimulazione e la pianificazione a lungo termine appartengono solo ai giocatori professionisti e non agli amatori. Il Go, al contrario, permea una mentalità anche giocandolo da amatori, ed è quello che i cinesi giocano da millenni.

Si dice che tutti vogliono il cambiamento, ma nessuno vuole cambiare. Adesso in azienda abbiamo il brillante concorrente “lepre” da rincorrere: dobbiamo mantenere la nostra anima occidentale, ma diventando un po’ più cinesi …  più riflessione, più pensiero a lungo termine, più ricerca della vittoria creando le condizioni e non l’attrito.

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